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Pedivella SRM in composito

Con un ottimo compromesso tra peso e prezzo questa nuova pedivella realizzata da SRM si inserisce perfettamente nel concetto modulare che sta alla base di #SRMOrigin.

Pedivella SRM in composito
Pedivella SRM in composito

Dopo la famosissima pedivella in carbonio prodotta da LOOK (quella per intendersi con lo speciale inserto, il trilobe, che permette di avere la possibilità di selezionare la misura da 170 a 175 passando da 172.5mm), la leggerissima versione THM e l’entry level in alluminio abbiamo quindi la quarta versione in materiale composito.

Tutte le pedivelle sono intercambiabili e possono essere utilizzate indistintamente sui sistemi #SRMOrigin nelle versioni strada, MTB e pista su tutti gli assi confermando quindi questa soluzione come la più personalizzabile possible.

Tecnicamente le pedivelle sono costituite da due inserti in alluminio alle estremità, ossia dove viene inserito il pedale e l’asse con una anima di congiunzione ed il tutto avvolto ed unito da carbonio.

La singola pedivella ha un peso di circa 170gr. compresa di viteria e si trova esattamente a metà strada tra la versione in alluminio con un peso di 205gr. e quella in carbonio LOOK da 125gr.

Una ulteriore novità è rappresentata dall’estrattore che permette di rimuovere facilmente la pedivella senza doverla danneggiare o scalfire anche minimamente.

Di seguito trovi un piccolo video che illustra come utilizzare l’estrattore.

Per quanto riguarda le dimensioni questa nuova pedivella è disponibile in tutte le lunghezze: 150, 155, 160, 165, 167.5, 170, 172.5 e 175mm.

Si, hai letto proprio bene, si parte da 150mm ed è anche disponibile la versione 172.5mm per la tua MTB.

Ah, quasi dimenticavo, il prezzo: 299 euro la coppia.

Proprio il prezzo la rende molto appetibile perché costa solo 100 euro in più della entry level in alluminio e ben 600 euro in meno della “regina” versione LOOK, tralascio un po la versione THM in quanto la considero una cosa molto particolare (113gr.)

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Bicicletta

Bilanciamento della pedalata: non è tutto oro quello che luccica.

Il bilanciamento della pedalata è sempre stato un argomento che ha suscitato molto interesse e curiosità nel mondo del ciclismo ed a volte, secondo il mio modesto parere (non sono un biomeccanico) anche molto sovra-considerato.

Parto a bomba con il mio punto di vista: è importantissimo, quando andiamo in bicicletta, avere una posizione corretta, questa è ovviamente una base molto solida perché passiamo davvero parecchio tempo appoggiati sulla sella e sul manubrio ripetendo continuamente lo stesso movimento. Allo stesso tempo è anche importante non perdersi troppo in dettagli che sono veramente infiniti e molto spesso i difetti sono “apparenti” mentre nella realtà sono caratteristiche: il corpo umano è una macchina molto complessa e, soprattutto, non siamo tutti uguali.

Vedo troppo spesso gente impazzire per nuove metriche (sia inerenti alla posizione in sella sia inerenti alla performance). Alla fine si rischia di perdere di vista l’obiettivo finale: ottimizzare il nostro rendimento.

Scrivo questo perché oramai sul computer da manubrio abbiamo una dashboard che ti fa girare la testa e quando scarichiamo un file per analizzarlo abbiamo una marea di grafici e numeri che sono veramente difficili da interpretare correttamente.

Non mi dilungo sulle metriche di performance, perché l’argomento di oggi è l’analisi del bilanciamento: potenza a destra verso potenza a sinistra.

Partiamo dall’hardware: il misuratore di potenza che ci permette di estrapolare questo dato (che rappresenta poi il cuore di questo articolo).

Abbiamo, essenzialmente due casi:

  • un solo misuratore: spider
  • due misuratori differenti: pedali o pedivelle
Spider e Pedali
Due tra le possibili alternative

Nel primo caso, la misurazione nello spider, NON PERMETTE LA MISURAZIONE INDIPENDENTE DELLA SPINTA DESTRA E SINISTRA SEPARATA.

Che sia chiaro: non può esistere uno spider che misura indipendentemente i due valori. Questo, semplicemente, per una banale questione fisica: lo spider misura, nel fulcro di applicazione delle forze, tutte le componenti che vengono utilizzate dalla trasmissione: quindi dalla parte destra e dalla parte sinistra le forze vengono applicate sull’asse e poi, attraverso lo spider, vanno a finire alle corone per muovere la catena. Quello che alcuni misuratori basati su spider forniscono, in termine di metrica di bilanciamento destro/sinistro, è una stima basata sulle spinte applicate sui 360 gradi della rivoluzione della pedalata: tutte le componenti che avvengono sulla spinta a prevalenza di gamba destra e tutte le componenti che avvengono con la spinta a prevalenza sinistra: una sorta di 0-180 gradi e 180-360. Tutto questo perché la componente di spinta è sempre molto maggiore rispetto a quella di trazione.

Nel secondo caso, invece, la misurazione che avviene sui pedali o sulle pedivelle (ah, ovviamente NON CONSIDERO I MISURATORI SINGLE SIDE, ossia quelli presenti solo su un pedale o su una pedivella, dove risulta IMPOSSIBILE calcolare il bilanciamento in quanto il sensore è assente). In questo caso abbiamo 2 misuratori indipendenti, uno a destra ed uno a sinistra e quindi siamo in grado di ISOLARE COMPLETAMENTE LE FORZE in maniera totalmente indipendente: a destra misuro spinta + trazione cosi come a sinistra. Non devo quindi “approssimare” nessun dato e supporre che la componete di trazione sia pressoché nulla rispetto a quella di spinta come sono obbligato a fare nello spider.

Quindi, almeno a prima vista, sembra che la soluzione perfetta e pulita sia la seconda giusto? Io, ovviamente, essendo famoso per essere sempre contro tutto e tutti, non la vedo cosi. Cercherò di dare le mie motivazioni.

Piccola premessa: occupandomi di misuratori di potenza, focalizzerò la discussione su questo e cercherò di analizzare la questione sotto questo punto di vista.

Innanzitutto, secondo me, il numero secco di bilanciamento non dice nulla in termini di biomeccanica: per avere una informazione “solida”su cui lavorare hai bisogno di capire il profilo della spinta, quella che io chiamo la caratteristica e vedere se sono presenti dei difetti i quali, anche se sono molto piccoli, vengono ripetuti ad ogni pedalata, quindi se consideriamo una cadenza media di 80rpm per 60 minuti in un ora moltiplicati per le ore passate in sella la cosa diventa “impegnativa”. Quindi analizziamo bene le dinamiche di spinta, lungo i 360 gradi.

Analisi della Pedalata
Due tra le possibili alternative

Qua mi nasce il vero e proprio dilemma: se ho due misuratori, uno a destra ed uno a sinistra chi mi dice che siano entrambi perfetti o, quantomeno, abbiano lo stesso errore?

Partiamo da un punto di vista onesto: un PowerMeter davvero fatto bene, ma fatto veramente bene, ha un margine di errore di +/- 2%. Occhio gente, intendo un margine di errore vero, conseguentemente verificato da studi indipendenti, pubblicazioni e ricerche non da quello che il produttore scrive sulla scatola oppure da cosa il venditore ti dice.

Quando dico margine di errore dico la differenza tra la misura rilevata e la potenza veramente impressa. Un margine di errore si calcola davvero in maniera complessa, rischiando di annoiarvi, elenco alcuni punti cardini di un test di un misuratore non fatto nel sottoscala, come molto spesso trovo in giro:

  • consistenza al variare del tempo: stesse condizioni, oggi deve misurare come ieri
  • consistenza al variare della condizioni atmosferiche: 300w sono gli stessi con la pioggia o con il sole, a 30 gradi o a -5 ecc ecc
  • consistenza al variare del fondo stradale: 300w impressi sul disconnesso corrispondono a 300w in pista
  • consistenza al variare delle circostanze: 300w a 50rpm sono, fisicamente, 300w misurati a 100rpm
  • … e cosi via.

Tutto questo per levare subito di torno quelli che dicono: ma so che il mio PowerMeter misura 20w in meno quindi io mi baso su questo e vado avanti. Ora io dico: ma se il PowerMeter misurasse 20w in meno sempre, allora perché il produttore non lo avrebbe tarato correttamente affinché sia perfetto? Probabilmente perché quei 20w in meno non sono consistenti: sono -20 oggi, +15 domani, -5 se fatti ad una cadenza, sono perfetti se è freddo ecc.

Quindi abbiamo capito che la questione del dato rilevato è molto delicata. Pensiamo allora se i PowerMeter sono 2 e sono indipendenti: partiamo quindi dalla soluzione migliore (e abbastanza remota) che rappresenta il top: due PowerMeter perfetti (il pedale destro ed il sinistro per esempio) dove il margine di errore è compreso tra+/- 2%. Questo significa che a destra, per esempio, puoi avere -2 ed a sinistra +2. Diciamo che tu sia perfettamente bilanciato: 50% e 50%. Con la soluzione di cui sopra (rappresentata appunto dal caso migliore di PowerMeter ottimi) potresti facilmente visualizzare 49/51% e quindi, andresti nel panico.

La soluzione dello spider, per esempio, non è affetta da questa problematica perché, anche se il misuratore fosse palesemente tarato male, per esempio una sovrastima di 5%, questo errore si porterebbe dietro su tutti i 360 gradi (ammesso che il misuratore sia “bilanciato” bene, ovviamente se tira dati a caso il discorso decade totalmente) ed avresti uno scarto più o meno costante, ma il profilo della pedalata (e quindi la ricerca di eventuali difetti) sarebbe più veritiera rispetto alla normalità.

Il rischio quindi di avere un dato molto inquinato di bilanciamento se abbiamo due misuratori indipendenti si amplifica in maniera molto ampia e rischia di dare informazioni molto forvianti, specialmente se i misuratori non sono top oppure necessitano di installazioni particolari che potrebbero pregiudicare la misurazione da una o dall’altra parte (o da entrambe).

Ovviamente qua si aprirebbe un mare di discussioni, specialmente biomeccaniche, ma credo che divagheremmo troppo rispetto all’aspetto puramente tecnico della misurazione del bilanciamento con il sensore di potenza che mi ha dato lo spunto per scrivere queste righe.

La soluzione ottimale per la scelta del misuratore quindi? Secondo me non esiste una soluzione universale, ma deve essere ponderata a seconda dell’utilizzo in quanto ognuno ha le sue esigenze. Quello che consiglio io è semplice: assicurati di stare bene in bici, affidati ad un professionista se credi di averne bisogno, evita gli improvvisati (a volte tu o un semplice “biciclettaio” con esperienza avete più occhio di un sedicente guru). Non cercare la perfezione che non esiste… il corpo stesso non è perfettamente simmetrico (pensa al solo fatto della parte muscolare predominante) e soprattutto, cosa che sento dire spessissimo, se il tuo ciclocomputer ti dice che pedali meno a destra, non cercare di spingere di più con la destra, ma cerca di capirne il motivo, vedrai che a volte è del tutto normale.

Ovviamente il discorso cambia se hai subito infortuni, traumi o altro. In questo caso a maggior ragione devi affidarti a professionisti in grado di analizzare bene la situazione del tuo corpo e del tuo setup!